SEMINARI

In questa pagina forniamo le presentazioni dei seminari fin'ora organizzati così come erano state pubblicate in questo sito.

 

L’ASSOCIAZIONE CULTURALE ALIDIDRAGO

 

 

Presenta

seminario in tre incontri

(12-19-26 Maggio)

 

relatore Enzo Cangialosi

 

INTRODUZIONE ALLA FILOSOFIA CINESE

La cultura cinese è una delle più antiche del mondo e sicuramente una delle più complesse e ricche. All’interno di essa la filosofia occupa uno spazio centrale in quanto potremmo dire, senza troppi dubbi di sbagliare, che ogni aspetto della civiltà cinese antica è permeato, dipende ed è in relazione col pensiero filosofico. Pensiero che è anche e, in un certo qual  modo, soprattutto sentire: infatti è difficile poter asserire che una qualsiasi delle scuole filosofiche che si sono sviluppate nel corso della storia in Cina non denoti “un’essenza” spirituale, e questo perché la filosofia come si è sviluppata nell'Impero di Mezzo è concepita come una visione totale dell’esistenza umana che si esprime più in ciò che sta tra le righe che nelle righe stesse. Significa che più che nella razionale teorizzazione, la visione dei vari maestri si esprime nei silenzi e nei vuoti della loro sensibilità che si relaziona col mondo. Non è un caso che non esista un vero trattato di alcun maestro in cui venga esposta in prima persona la propria teoria, e già questo basta ad esprimere ampiamente la grande differenza esistente tra filosofia cinese e filosofia greca ed occidentale. Proprio per questo e perché visione totale, non vi è campo dell’esistenza dell’uomo che non sia abbracciato e contemplato dalla filosofia in Cina, e questo spiega perché anche materie come la medicina e la politica hanno una natura fortemente filosofica/spirituale.

 

Nel primo incontro partiremo dalla formazione delle innumerevoli scuole sul finire degli ultimi secoli della dinastia Chou (VI-III sec. a. C.) come conseguenza proprio dell’esaurimento del sistema feudale che ancora reggeva le società degli stati cinesi antichi: paradossalmente fu proprio un periodo di decadenza politico-sociale a favorire una grande attività di pensiero per far fronte agli innumerevoli problemi del tempo. È considerata questa l’età dell’oro della filosofia cinese che, non a caso, comincia per la prima volta ad organizzarsi in un sistema generale organizzato dando forma a molteplici elementi molto più antichi che si perdono nella notte dei tempi (anche sciamanici). Ognuna di quelle scuole si sviluppò così elaborando concetti comuni (come ad esempio quelli di Tao, Yin, Yang, destino, etc.) all’interno di una propria visione – e sarà interessante analizzare come in taluni casi possano presentare sfumature differenti – la quale comprendeva ovviamente ulteriori elementi particolari. Interessante sarà anche sottolineare ed analizzare la mancanza sostanziale di una visione religiosa così come la intendiamo noi all’interno della cultura cinese, sostanzialmente fino all’arrivo del Buddismo in Cina dall’India e al suo mescolarsi ad elementi taoisti fino a dar vita alla scuola Chan (che in Giappone diverrà la scuola Zen). Delle molte scuole formatesi nel corso della storia cinese approfondiremo in modo particolare le due più importanti: il Taoismo e il Confucianesimo.

 

Il Taoismo lo affronteremo prendendo in considerazione i suoi tre testi fondamentali: Tao Te Ching, Chuang Tze, Lie Tze. Il più importante è sicuramente il primo e su quello ci soffermeremo in particolare (risulta essere il libro più venduto al mondo secondo solo alla Bibbia). È il libro di Lao Tze (“La Via veramente Via non è una via costante. I Termini veramente Termini non sono termini costanti. Il termine Non-essere indica l’inizio del cielo e della terra, il termine Essere indica la madre delle diecimila cose. (…) Ciò che essi hanno in comune, io lo chiamo il Mistero, il Mistero Supremo, la porta di tutti i prodigi.”), saggio che rappresenta la seconda fase del Taoismo, ma sarà importante rilevare le differenze di forma e di contenuto degli altri due rispetto al primo e tra essi stessi. Specialmente Chuang Tze fu un maestro molto conosciuto e che diede un’impronta notevole al pensiero taoista, sviluppando ulteriormente la centralità della necessità di realizzare totalmente la propria natura (che si rispecchia nella visione politica dello stato che deve lasciare gli uomini “far da sé”), la identificazione della felicità assoluta nell’unione totale col Tao, la conoscenza che è non-conoscenza. Chuang Tze è espressione massima della terza fase taoista, mentre la prima è rappresentata dalla figura mitica e per certi versi un po’ misteriosa di Yang Chu il cui insegnamento viene ricostruito attraverso citazioni e aneddoti di testi che lo menzionano, dato che di lui non ci sono rimasti scritti direttamente a lui attribuibili.

 

“Io tramando, non creo”: è questa la celebre e lapidaria sentenza di Confucio che svela il significato fondamentale della sua predicazione. Confucio non è il fondatore di una religione né di una nuova scuola filosofica, ma è contemporaneamente molto di più perché incarna lo spirito cinese e le sue tradizioni più profonde. Il Confucianesimo è un’esperienza culturale notevolmente complessa perché comprende 2300 anni di storia. Confucio (Kong Tze) fu il più importante esponente della Scuola dei Letterati e dalle sue idee si svilupparono fin da subito ulteriori elaborazioni e speculazioni sull’universo e l’esistenza umana che proseguirono fino al secondo millennio della nostra era. L’importanza originaria di Confucio fu quella di recuperare, salvaguardare e rielaborare le antiche tradizioni – i li, i riti – offrendo così una struttura di forme sociali che per la maggior parte dei secoli a seguire costituì la base di riferimento dei governi cinesi fino alla nascita della repubblica nel XX secolo. Basti pensare che per accedere alle cariche pubbliche era necessario passare degli esami di stato sui quattro Classici confuciani (I Dialoghi, Il Grande Studio, Il Giusto Mezzo, Mencio). È chiaro dunque che con il termine Confucianesimo si abbraccia una moltitudine di esperienze filosofiche che presentano anche notevoli differenze tra di loro. Approfitteremo del fatto che Confucio dedicò molte meditazioni a l’I Ching per affrontare brevemente anche il Libro dei Mutamenti.

 

Tutti gli incontri si terranno alle ore 16,00 nella sede dell  associazione in cantone Olzera Superiore n 20, frazione Santa Maria, comune di Curino (Bi).

 

Per partecipare a qualsiasi attività dell’associazione è prevista una quota associativa annuale di 2 €.

Ogni appuntamento del seminario è aperto ai soci a contribuzione libera a sostegno dell’associazione.

 

Manifesto seminario -Introduzione alla filosofia cinese-.pdf

L’ASSOCIAZIONE CULTURALE ALIDIDRAGO

 

Presenta

seminario in tre incontri

(2-9-16 Giugno)

 

LO GNOSTICISMO

Lo Gnosticismo fu un fenomeno culturale e spirituale che si espanse nel bacino del Mediterraneo specialmente tra il I e il IV secolo d.C. (ma che esercitò influenze anche in certi movimenti medievali come i Catari, i Pauliciani e i Bogomili, nella mistica giudaica, in una setta ancora esistente come quella dei Mandei), ma le cui origini sono anteriori e non del tutto determinate. Vi è chi le attribuisce all’ellenismo, chi al dualismo iranico, chi mette in luce la fortissima componente giudaica (e antigiudaica), ma quel che è certo è che una corrente di pensiero a tendenza soteriologica e a sfondo dualistico, ancora non bene fissata e vagamente circolante in Oriente a cavallo tra I sec. a.C. e I sec. d.C. (Gnosi), si organizzò e definì in quello che venne poi chiamato Gnosticismo. Elemento centrale e fondante di tutto ciò è la gnosi (in greco “conoscenza") intesa non solo come conoscenza razionale, ma soprattutto come rivelazione ed illuminazione in un percorso di ritorno all’origine dal mondo peccaminoso, malvagio ed oscuro della materia a quello puro, giusto ed identificato col bene che è il mondo divino. Abbiamo dunque una contrapposizione tra luce ed oscurità, spirito e corpo, bene e male, perfezione ed imperfezione. La salvezza avviene dunque con la spogliazione del corpo da parte della natura divina che fa ritorno così al principio da cui era decaduta, cioè al Pleroma (il mondo divino). Pur con molte differenze tra le varie scuole gnostiche, sostanzialmente questa idea venne rappresentata attraverso un racconto mitico-simbolico  in cui, sintetizzando, abbiamo uno schema ternario composto dal Dio Supremo (assolutamente trascendente ed inconoscibile), il Logos (suo figlio), inteso come rivelazione ed operazione di Dio nel mondo, e Sophia (la Sapienza), essere femminile in cui si assomma tutta l’imperfezione del Pleroma. Sophia, più propensa all’errore, si troverà a decadere fuori dal mondo divino, e ciò avrà come conseguenza la creazione di una divinità inferiore, il Demiurgo (identificata con Jaweh dell’Antico Testamento), che è colui che creerà a sua volta il mondo e l’uomo, imperfetti. Il Logos, ad insaputa del Demiurgo,  infonderà però una particella dello spirito divino decaduto nel mondo, ed era convinzione degli gnostici che non in tutti gli uomini albergasse tale principio ma solo in alcuni privilegiati.

 

Sebbene in particolare raggiunse il proprio apice nell’ambito cristiano, non si può definire lo Gnosticismo un movimento esclusivamente cristiano, come ad esempio dimostra l’Ermetismo in Egitto. Tuttavia proprio il nascente Cristianesimo sembra aver offerto terreno fertile alla gnosi per poter ulteriormente svilupparsi e strutturarsi, non tanto in termini di organizzazione ecclesiastica quanto di pensiero ed esperienza spirituale. Anzi, fu questa la caratteristica principale dello Gnosticismo cristiano che venne ben presto additato come forma corrotta della dottrina del Cristo proprio perché costituiva una forte critica alla Chiesa nascente,  aspirante ad essere l’unica struttura gerarchica cristiana preposta a gestire il rapporto tra Dio e gli uomini, affermando che l’unione col divino era un’esperienza soggettiva ed individuale che non necessitava di mediatori. I percorsi diversi dei vari gnostici cristiani offrirono importantissime elaborazioni ed esperienze dottrinali e spirituali, e fra le scuole più importanti vanno considerate certamente quelle di Simon Mago, Saturnino, Nicola, Cerinto, Carpocrate, Epifane, Basilide, Valentino, Marcione, Eracleone, Teodoto, i Naasseni, i Sethiani. L’argomento è molto vasto ed offre questioni estremamente interessanti in relazione allo sviluppo del Cristianesimo nei primi secoli ed alla sua natura, basti considerare ad esempio come il Vangelo di Giovanni abbia dei tratti chiaramente dal sapore gnostico. Attingendo soprattutto dai testi ritrovati a Nag Hammadi (Egitto) nel 1945, proveremo a comprendere modestamente alcuni dei punti dottrinali elaborati dalle comunità gnostiche cristiane che, lo ripetiamo di nuovo, erano principalmente esperienze e percorsi spirituali; percorsi che in molti casi avvicinano la figura di Gesù più a quella dei maestri d’Oriente che a quella del Cristo occidentale. Tra questi, testi essenziali sono Il Vangelo di Tommaso (il cosiddetto Quinto Vangelo), Il Vangelo di Filippo, Il Vangelo degli Egiziani, Il vangelo della Verità, Pistis Sophia, Il vangelo di Maria, Il Trattato Tripartito, e certamente molti altri la cui lista sarebbe qui troppo lunga. Per comprendere l’importanza e la bellezza di questi testi, basti infine considerare che nell’esperienza gnostica si possono riconoscere quelle che probabilmente rappresentarono le prime vere speculazioni teologiche cristiane (si pensi all’ambiente colto egiziano del II sec.) che vennero in seguito a costituire le basi della teologia della Grande Chiesa.

 

 

Tutti gli incontri si terranno alle ore 16,00 nella sede dell  associazione in cantone Olzera Superiore n 20, frazione Santa Maria, comune di Curino (Bi).

 

Per partecipare a qualsiasi attività dell’associazione è prevista una quota associativa annuale di 2 €.

Ogni appuntamento del seminario è aperto ai soci a contribuzione libera a sostegno dell’associazione.

 

Manifesto sem. Lo Gnosticismo.pdf