Medicina indiana

31.01.2014 00:14

 

Tutto il materiale qui presentato ci è gentilmente concesso da Chiara dal sito giardinidichiara.weebly.com/medicina-indiana.html, e per questo le siamo molto grati.

 

 


AYURVEDA

Risalente a oltre 5000 anni fa, l'Ayurveda è ancora una forma altamente rispettata di assistenza sanitaria in India oggi. 
L’Ayurveda ci incoraggia ad assumerci la responsabilità per la nostra salute il più possibile, facendo le opportune modifiche nella dieta e nello stile di vita. Ciò che mangiamo e come viviamo ogni giorno può essere il nostro più forte alleato nel ristabilire e mantenere la salute. Tutte le altre misure terapeutiche saranno fortemente supportate da questo sforzo quotidiano. 

 

 

Origini
Aspetti filosofici
La meccanica quantica del corpo umano
Prakriti e Vikriti
I tre dosha fondamentali
Tipologia Vata Pitta e Kapha
Dinacharya: la routine giornaliera
Le stagioni Vata, Pitta e Kapha

 

 

LE ORIGINI

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ORIGINI MITOLOGICHE
Le origini dell'Ayurveda sono intrise della ricca mitologia indiana. Si ritiene infatti che l'ayurveda, la "scienza della vita", risalga a Brahma, creatore dell'universo.Egli formulò i principi dell'Ayurveda che rivelò alle divinità del cielo. Molte migliaia di anni fa, alcuni saggi furono mossi a compassione nel vedere l'umanità in preda a sofferenze e malattie, così si raccolsero in meditazione sui monti dell'Himalaya, nel posto più vicino al cielo, per chiedere a Brahma di rivelare agli uomini i segreti della scienza della salute. Brahma, colpito dalla loro determinazione, inviò sulla terra il suo messaggero Indra. Brihaspati, rappresentante degli uomini, scelto perché era il più puro di essi,interrogò Indra ricevendo la conoscenza che avrebbe alleviato i dolori dell'umanità.
Nacquero così università e centri di cultura in India dove era possibile apprendere l'arte sacra della guarigione naturale. Alcune ipotesi sostengono che il grande Ippocrate, padre della medicina tradizionale, abbia ispirato molte delle sue teorie dall'Ayurveda. Si suppone che i consigli sull'alimentazione e l'igiene che forniva ai suoi pazienti fossero già scritti nei più antichi testi ayurvedici.
Nel corso dei secoli le dominazioni straniere che occuparono l'India, confusero l'antica conoscenza mescolando culture differenti. L'Ayurveda perse la sua purezza originale e con essa la sua efficacia al punto da apparire al mondo intero come una pratica folkloristica.
Fortunatamente, in alcuni luoghi poco conosciuti la conoscenza restò viva attraverso tradizioni orali di padre in figlio i quali preservarono anche alcuni testi originali. Quando si avvertì l'esigenza di un sistema di guarigione che fosse completo ed efficace, l'attenzione venne posta di nuovo sull'Ayurveda.
Comparvero nuovamente università e centri di studio di prestigio e di fama e la diffusione dell'Ayurveda nel mondo riprese con fervore. Negli anni sessanta Maharishi Mahesh Yogi, dal sanscrito, saggio, iniziò il suo percorso della ricostruzione della scienza che ai tempi appariva tuttavia a tratti frammentata e un insieme di confuse prescrizioni erboristiche. Maharishi radunò attorno a sé validi esponenti dell'Ayurveda con i quali ricostruì sapientemente i fili spezzati dell'antica filosofia che oggi appare ai nostri occhi una scienza perfettamente in grado di fornire aiuto all'uomo nel suo percorso di guarigione.


ORIGINI STORICHE
Le origini storiche dell'Ayurveda si perdono indietro nei secoli, addirittura in un'epoca precedente al ritrovamento di documenti scritti che certifichino la sua esistenza. Si tende a datare infatti le origini storiche dell'ayurveda a ritroso fino a 6000 anni fa, sebbene le prime fonti scritte, che furono alla base dell'ayurveda, ovvero i Veda, vengano fatte risalire "solo" a 2000-2500 anni fa. È opinione condivisa infatti che come per molte altre tradizioni ed opere, anche per l'ayurveda e per i Veda, ci sia stata una capillare diffusione orale prima della sistemizzazione in forma scritta.

Successivamente i Veda vennero riassunti in quelli che oggi conosciamo come i testi Samhita, in sanscrito ''raccolta''. Solo tre di questi testi hanno superato la prova del tempo, Charaka Samhita, Sushruta Samhita, Ashtanga Hridaya Samhita. Dagli antichi trattati si rilevano otto branche dell'Ayurveda: Medicina Interna (Kayachikitsa), Chirurgia (Shalvatantra), Oftalmotorinolafingoiatria (Shalakia Tantra), Pediatria ( Kaumabarabhritya), Tossicologia (Agadatantra), Psichiatria (Bhutavidya), Scienza del Ringiovanimento (Rasayana), Scienza degli Afrodisiaci (Vajikarana)
Due scuole trattavano le otto branche dell'Ayurveda, dirette da due saggi, Atreya e Dhavantari. La scuola di Atreya seguiva i principi del Charaka, che trattava principalmente di medicina interna del corpo e della mente e la scuola di Dhavantari quelli della chirurgia. La conoscenza e le tecniche di applicazione della chirurgia trattate nel Sushruta andarono perse perché con la morte del Buddha queste pratiche vennero abbandonate. Questi due testi apparvero per la prima volta intorno al primo millennio a.C.
Nel 500 a.C.il saggio Adi Shankara ricavò dai Veda una sintesi contenente l'essenza dei testi chiamata ''Vedanta''. La preziosa stesura contenente gli elementi di unione tra il Sè e il Supremo, o potremmo dire tra microcosmo e macrocosmo, venne scritta su foglie di palma.
Le terapie di ringiovanimento e virilizzazione conosciute come Rasayana e Vajikarana vennero introdotte nel medioevo. Per migliorare le prestazioni dei primi guerrieri, i quali venivano addestrati secondo l'arte marziale del Kalari, si sviluppò il massaggio Ayurvedico che teneva conto allora come oggi della specificità e unicità dell'individuo che vibra in armonia con le forze della natura.
L'Ayurveda, il più antico metodo di autoguarigione naturale dove ogni pratica sapientemente applicata, contribuisce a ristabilire l'unione tra il Se e lo Spirito, tra l'Uno e il Tutto, Atman e Brahman.


 

COSMOGONIA: LA CREAZIONE DELL'UNIVERSO

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SHAD DARSHAN sono i sei più importanti sistemi o branche delle filosofia indiana che sono state accettate dall'Ayurveda e in essa incorporate. Sono:
 
SAMKIA
NYAYA
VAISHESHIKA
MIMAMSA
YOGA
VEDANTA

L'Ayurveda si basa su queste 6 branche della filosofia indiana. Ed è Samkia che dà il concetto di creazione all'Ayurveda secondo un dispiegarsi di qualcosa che c'è stato da sempre.




All'inizio c'è PURUSHA, la luce, l'indefinibile, il Sè, totalmente inattivo, pura coscienza immobile.
E' l'intelligenza suprema. La Pura Coscienza è l'origine della soggettività, del senso del sé, 
grazie al quale ci sentiamo individui capaci di agire indipendentemente. Tutti noi ci consideriamo dotati di coscienza, questo avviene perché esiste una connessione con il Purusha all'interno di noi.
Il Purusha è la base cosciente di tutte le manifestazioni, essendo esso di natura immateriale, ha bisogno del mondo materiale per avere la possibilità di fare esperienza. 



PRAKRITI è invece la materia oscura primordiale, l'essenza immanifesta, il potenziale non differenziato. Prakriti è insenziente, cioè non ha coscienza propria, è priva di soggettività ed è solo oggettività latente che per animarsi ha bisogno della facoltà di coscienza propria del Purusha.
Prakriti governa ogni movimento che avviene nel cosmo, mette a disposizione la materia prima con cui è formata la creazione e il corpo umano. 
Porta con sé i karma e i samskara (tendenze, disposizioni), in altre parole la memoria delle esperienze di vita per mezzo delle quali le creature viventi giungono all'esistenza. 
Prakriti contiene in forma dormiente tutto ciò che si manifesta, essa è uno strumento per poter dare al Purusha la possibilità di fare esperienza in modo che possa acquistare padronanza di sé e possa arrivare a comprendere la sua vera natura.
 


Dunque Prakriti rimane materia immobile ed oscura finchè il raggio di Purusha, non la coglie.
In questo modo si formano i corpi.
Prakriti giunge alla creazione della materia attraverso i MAHAGUNA, qualità primarie. 
Esse sono Sattva, Rajas e Tamas. 
Vivono nel grembo di Prakriti, la Madre Divina o Grande Madre, e tramite essi la Madre esprime la diversità che caratterizza tutta la creazione.
Per creare sono necessarie tre cose: 
  1. ci vuole un'idea rappresentata dal Sattva;
  2. bisogna disporre di una qualche forma di energia per dare movimento alla creazione questo è il compito di Rajas; 
  3. infine è necessaria della materia inerte da plasmare,Tamas. 

L'interazione di queste tre qualità è alla base di ogni processo creativo, grazie ad esse Prakriti ha intelligenza, vita e capacità di produrre forme materiali.



Da questi tre guna principali emergono le 10 coppie di attributi opposti chiamate GUNA MINORI:

FREDDO/CALDO
PESANTE/LEGGERO
DENSO/LIQUIDO (fluido)
TORPIDO (lento)/ PENETRANTE
LISCIO/RUVIDO
UMIDO (untuoso)/SECCO
GROSSOLANO/SOTTILE
STATICO/MOBILE
MORBIDO/DURO
OSCURO/CHIARO



Utilizzando i 20 guna minori si definiscono i PANCHAMAHABUTHA, 5 elementi.
Dal sanscrito pancan, cinque + maha , grande + butha, elementi. 
Nell’Ayurveda vengono così chiamati i cinque elementi primari che compongono l’Universo e che si combinano in varie proporzioni formando tutti gli esseri viventi e tutto ciò che è nel mondo e nell'universo. Sono: 

AKASHA (spazio o etere) - origina dalla chiarezza di Sattva
VAYU (aria) - è il risultato dell'equilibrio tra Sattva e Rajas ed è mobile
AGNI o TEJAS (fuoco) - proviene dall'energia di Rajas
JALA (acqua) - si crea tra Rajas e Tamas, mobilità ed inerzia
PRITHVI (terra) - viene dall'inerzia di Tamas



Dai 5 Panchamahabutha hanno origine le forze primarie, sostanze sottili o DOSHA:

VATA (aria e etere)
PITTA (fuoco e acqua)
KAPHA (terra e acqua)

Tutto ciò che è presente nell'universo è Vata Pitta Kapha. Presenti anche in tutti i processi
fisici e mentali e sono alla base della formazione del corpo. 
Da qui nascono le tipologie corporee e si dirà che una persona è Vata piuttosto che Pitta o Kapha.



 

LA MECCANICA QUANTICA DEL CORPO UMANO

"In ogni persona esiste un luogo libero da ogni malattia, un luogo esente dal dolore, che non può invecchiare nè morire. Quando si arriva là, le limitazioni che tutti accettiamo cessano di esistere. Non sono più concepibili nemmeno come una possibilità. Questo è il luogo chiamato benessere totale. Ci si può andare per breve tempo, o rimanervi per molti anni. Anche la visita più breve, tuttavia, determina un cambiamento profondo. Finchè siamo laggiù, le affermazioni ritenute vere per l'esistenza ordinaria sono alterate e la possibilità di una nuova esistenza, a un livello più alto e ideale, comincia a fiorire". Deepak Chopra

Per capire meglio come ciò sia possibile, dobbiamo calarci in profondità nel corpo stesso. Nel livello quantico materia ed energia diventano intercambiabili. I quanti sono formati da vibrazioni invisibili, fantasmi di energia in attesa di assumere una forma fisica.
L'ayurveda afferma che la stessa cosa si può dire del corpo umano: dapprima esso prende forma come insieme di vibrazioni intense ma invisibili, chiamate fluttuazioni quantiche, quindi ha avvio il processo di agglomerazione tra impulsi energetici e particelle di materia. La meccanica quantica del corpo è la base di tutto il nostro essere: pensieri, emozioni, proteine, cellule, organi, ogni parte visibile o invisibile di noi stessi.A livello quantico il corpo emana segnali visibili e invisibili di ogni genere, che attendono solo di essere raccolti. Sotto il polso fisico c'è un polso quantico, sotto il cuore fisico un cuore quantico: secondo l'Ayurveda tutti gli organi e i processi del corpo hanno un equivalente quantico.
Intervenendo sulla meccanica quantica del corpo, l'Ayurveda può ottenere cambiamenti di gran lunga superiori a quelli della medicina tradizionale, ancora confinata entro i limiti grossolani della fisiologia. 
In breve, la medicina allopatica interviene sui sintomi del nostro corpo, quando cioè è già ormai troppo tardi! Il potere che invece si rende disponibile a livello quantico è infinitamente più grande di quello che si trova a livelli più evidenti.Un esempio è il laser, che raccogliendo la stessa quantità di luce emessa da una torcia la organizza in vibrazioni quantiche coerenti e ne concentra il potere fino a renderla capace di tagliare l'acciaio.  Scopo dell'Ayurveda è spiegarci come controllare la nostra vita senza l'interferenza della malattia o della vecchiaia. Il suo principio guida è il fatto che che la mente esercita una profonda influenza sul corpo e la libertà dalla malattia dipende dal rapporto con la nostra autocoscienza.Se le forze dentro di noi sono tenute in armonia e in equilibrio con l'ambiente circostante e soprattutto con la nostra mente e il nostro spirito, allora ogni problema di salute può essere prevenuto.   

Migliaia di anni prima che la medicina moderna scoprisse il rapporto corpo-mente, i saggi dell'Ayurveda ne erano già perfettamente a conoscenza. Essi svilupparono la teoria di una "tecnologia interiore" che opera ai livelli più profondi della nostra consapevolezza.
Oggi è definita appunto come la "meccanica quantica" del corpo umano.

 

 

PRAKRITI E VIKRITI

PRAKRITI

Secondo l'Ayurveda ogni persona riceve dalla natura il suo particolare programma chiamato PRAKRITI, una parola sanscrita che significa TIPO CORPOREO.
E' la costituzione di base che ha una persona e che non cambia dalla nascita fino alla morte. Essa viene determinata in base alla proporzione in cui si trovano i dosha in ogni persona. Se per esempio nella costituzione si ha una predominanza del dosha Vata, la persona ha una prakriti Vata, e così via per tutti gli altri dosha.Avremo così le persone di costituzione Vata, quelle di costituzione Pitta ed infine quelle di costituzione Kapha. La vostra prakriti dice come la natura intende farci vivere; il corpo sa cosa gli fa bene e che cosa gli fa male, avendogli la natura fornito il giusto istinto fin dalla nascita. Seguendo le tendenze innate, si scopre che la fisiologia sa trovare da sola il proprio equilibrio con il minimo sforzo da parte nostra. A volte bastano squilibri minimi per spargere i semi di future malattie, mentre il mantenimento dell'equilibrio può assicurare un buono stato di salute. Conoscere i punti di forza e di debolezza di ogni tipo corporeo rende in grado di scegliere 
l' approccio specifico alla prevenzione della malattia, come ad esempio diete, attività fisiche e terapie mediche fanno per voi e sconsigliarvene altre.
Ecco tre importanti ragioni per cui la conoscenza del corpo è il primo passo verso il benessere:

1- I SEMI DELLA MALATTIA VENGONO GETTATI MOLTO PRESTO. 
La comprensione del tipo corporeo e dei suoi specifici punti di forza e debolezza permette di praticare i trattamenti preventivi quando sono più efficaci, cioè molto tempo prima che la malattia si manifesti palesemente nel corpo.

2- LA CONOSCENZA DEL PROPRIO TIPO CORPOREO PERMETTE UNA PREVENZIONE PIU' SPECIFICA.
Non esiste nessuno che sia predisposto a tutte le malattie, tuttavia le persone cercano di prevenire tutte quelle che possono senza conoscere le proprie predisposizioni particolari, e quindi brancolano spesso nel buio. E' cosa intelligente far sì che la prevenzione sia altrettanto specifica.

3- UNA VOLTA MANIFESTATO IL MALE, LA CONOSCENZA DEL TIPO CORPOREO CONSENTE UN TRATTAMENTO PIU' ACCURATO.
I trattamenti standard, come ad esempio prescrivere il valium a qualunque ansioso, si basano sulla pura casualità e danno per scontato che una certa malattia sia la stessa in qualunque persona. Ma questo non è vero: tre persone possono sentirsi ansiose a tre livelli diversi di stress.Una persona a cui basta una tazza di caffè leggero per avere i nervi scossi è, per natura, diversa da un'altra in grado di ingurgitare tre espressi senza nessuna conseguenza.
Quindi la prakruti ètutto il vostro mondo, la vostra realtà PERSONALE.

   

VIKRITI

La vikriti invece significa:" deviazione della natura". 
E' lo stato di malattia dovuto allo squilibrio di uno o più dosha. 
Mentre la prakriti faceva riferimento a ciò che è naturale, la vikriti fa riferimento a ciò che non lo è. 
Se per esempio si salta un pasto, o se si passa una notte in bianco non si fa altro che aggiungere qualcosa alla propria vikriti. Cibo sbagliato, brutte abitudini per quanto riguarda il sonno, emozioni negative, tensioni fisiche o mentali, sono tutti elementi che rendono la vita un pò più innaturale, e alla lunga tutto questo può portare alla più innaturale delle condizioni: la malattia.
La vikriti è una maschera, un'illusione, ciò che siamo diventati nel corso della vita; rende più sensibili ad ogni genere di stress e offusca le emozioni più sottili.
Il medico ayurvedico  individuati i dosha che sono in squilibrio, deve cercare di riportarli al loro naturale equilibrio con le terapie adatte.




I TRE DOSHA FONDAMENTALI

La materia è costituita da cinque elementi:

ETERE o spazio
FUOCO
TERRA 
ARIA
ACQUA.


Questi cinque elementi quando si aggregano per costiture il corpo degli esseri viventi, e per dar luogo a tutti i processi che avvengono nella fisiologia umana, lo fanno secondo certe modalità e si combinano formando tre energie basilari.Queste tre energie di base sono forze vitali primarie che vengono chiamate costituenti corporei.
Il termine che si usa in Ayurveda è DOSHA, e poichè sono in numero tre vengono chiamati TRIDOSHA. Essi sono:  VATA, PITTA E KAPHA.
I dosha rappresentano il punto di incontro tra mente e corpo consentendone il dialogo: ogni volta che accade qualcosa nella mente, c'è un evento corrispondente nel corpo. Lo squilibrio dei dosha è il primo segno che la mente e il corpo non sono perfettamente coordinati. Nei testi ayurvedici dosha viene definito come "ciò che contamina", in altri termini si può dire che i dosha sono i fattori patogeni nel corpo.
Oltre ai tre dosha corporei esistono due dosha mentali che sono rajas e tamas che producono agitazione ed inerzia causando disturbi della mente.Sattva invece, essendo la qualità della luce e della purezza, non ha effetti patogeni su di essa.

In ogni dosha c'è la prevalenza di certi elementi rispetto ad altri ed è questo che ne fa dedurre le loro qualità.

 
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VATA

La sua sede nel corpo è nel colon, vescica urinaria, zona pelvica, cosce, gambe ed ossa, quindi nella zona bassa, ed è composto principalmente di aria e spazio.

Quindi è fondamentalmente:

Freddo: provoca freddo alle mani e ai piedi e avversione ai climi freddi.

Mobile: a seconda delle condizioni di equilibrio del dosha può esservi una buona o cattiva circolazione.

Rapido: questa qualità determina la capacità di captare velocemente nuove informazioni che con altrettanta velocità vengono però dimenticate; la scarsità di memoria sul lungo periodo; una buona immaginazione associata però a sogni paurosi; la tendenza a un attivismo senza respiro; l'impulsività nell'azione; la variabilità degli stati d'animo; l'estrema accelerazione associata a dispersione del pensiero e velocità dell'eloquio.

Secco: è causa di pelle secca, capelli secchi od opachi, occhi opachi, scarsa sudorazione. La pelle si presenta fragile, si screpola facilmente.

Ruvido: è causa di pelle ruvida e capelli dalla struttura grassa.

Sottile, leggero e permeante.


Tratti psicologici principali: immaginazione, sensibilità, spontaneità, elasticità mentale, allegria.

Vata significa letteralmente “movimento” e quindi origina e controlla ogni tipo di movimento nel corpo come la respirazione, il movimento del cibo lungo il tratto intestinale, la circolazione dei vari fluidi, l'escrezione dei materiali di rifiuto, lo scorrere degli impulsi nel sistema nervoso. Queste funzioni sono tutte governate da vata.

 

PITTA

La sua sede nel corpo è nel fegato, duodeno, reni, linfa, sangue, quindi nella zona mediana, ed è composto principalmente di fuoco e acqua.

Quindi è fondamentalmente:

Caldo: rende la pelle calda e tendente al rosso, possono verificarsi infiammazioni di ogni genere, metabolismo iperattivo, sensazioni di calore allo stomaco, al fegato, all'intestino e così via.

Acuto: determina intelletto vivace ed eloquio pungente, eccesso di acidità nel corpo ed eccessiva secrezione di acidi gastrici.

Umido: questa qualità può manifestarsi attraverso un'abbondante traspirazione. Tipico Pitta è avere i palmi della mani caldi e sudaticci.Essendo caldo e umido provoca avversione ai climi umidi estivi.

Dall'odore acido: alito cattivo, odore acido del corpo, feci e urine particolarmente maleodoranti.

Leggermente untuoso e piccante.



Tratti psicologici principali: vivacità intellettuale, fiducia, intraprendenza, gioia.
 
Pitta, il cui significato è “ciò che scalda, cuoce o digerisce”, governa tutte le funzioni metaboliche che avvengono nel corpo: la digestione del cibo, la sensazione di fame e di sete, la vista, la temperatura corporea, le funzioni intellettuali (nel senso della capacità di digerire le idee), il colore della pelle, ecc..


 

KAPHA

La sua sede nel corpo è il torace, testa, naso, gola, parte superiore dello stomaco, articolazioni, tessuto adiposo, quindi siamo nella zona alta, ed è composto principalmente di acqua e terra.
Quindi è fondamentalmente:

Pesante: problemi legati alla pesantezza come obesità , cattiva digestione, senso di depressione pesante e oppressiva.

Dolce: l'eccesso di alimenti dolci provoca un aumento di peso o diabete.

Stabile: questa qualità determina l'autocontrollo. I processi fisici non vanno da un estremo all'altro. A differenza degli altri dosha, non ha bisogno di stimoli esterni e regge senza problemi cambiamenti che manderebbero fuori equilibrio gli altri due dosha.

Morbido: influenza una grande varietà di caratteristiche come pelle e capelli morbidi, modo di fare gentili, sguardo dolce e approccio sereno e accomodante.

Lento: fluidità e lentezza di movimento a cui si associa un eloquio tranquillo e una disposizione riflessiva.

Freddo, denso, viscoso, liscio e appiccicoso.



Tratti psicologici: calma, comprensione, coraggio, capacità di amare e perdonare.

Kapha significa letteralmente “coesione, o ciò che tiene insieme le cose”, è responsabile della creazione della struttura corporea. Tiene insieme i vari tessuti per dare sostegno al corpo. Le parti solide del corpo come i tessuti sono in gran parte dovute al kapha che è anche responsabile delle emozioni come l'amore, la pazienza e la clemenza.




TIPOLOGIA VATTA, PITTA E KAPHA

I TIPI VATA

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Un individuo Vata (aria-etere/spazio)  ha problemi di gas intestinali, e ciò dimostra che Vata è tipicamente connesso all'aria.
Essa è sottile, penetrante e leggera così come lo è questo tipo corporeo.





 





Il tema del tipi Vata è la "variabilità".

Dal Punto di vista fisico sono i più magri dei tre tipi, hanno spalle e/o anche strette e una costituzione agile e snella.L'irregolarità fisica è un prodotto dell'eccesso di Vata:possono essere molto alti o molto bassi, le mani e i piedi possono essere troppo grandi o troppo piccole, i denti molto piccoli o grandi e prominenti con un'ampia apertura mandibolare.
Sebbene la maggior parte dei tipi Vata sia ben fatta, fra essi sono comuni le gambe arcuate, il piede varo, la curvatura spinale (scoliosi), la deviazione del setto e gli occhi troppo ravvicinati o troppo lontani l'uno dall'altro.
Le ossa possono essere molto leggere o lunghe e pesanti,le articolazioni scricchiolanti le quali, insieme ai tendini e alle vene, tendono in molti corpi Vata a sporgere in fuori poichè lo strato di grasso sotto la pelle è molto sottile. Quest'ultima, in accordo con le qualità di Vata risulta essere secca e ruvida; i capelli anch'essi secchi, ruvidi e ricci.


Dal punto di vista fisiologico hanno un buon appetito e, sebbene esso sia variabile, i Vata
sono l'unico tipo che può mangiare qualsiasi cosa senza ingrassare anzi, a volte hanno molta difficoltà a guadagnare peso. Sono veloci nel mangiare e hanno difficoltà digestive.Preferiscono le bevande calde.


Dal punto di vista psicologico i Vata sono dotati di grande creatività e particolare predisposizione alle attività artistiche.La loro mente è attenta e chiara; il suo tono interiore è vivace.Hanno buona capacità di apprendimento.
Personalità brillanti, vivaci,vibranti, eccitabili, imprevedibili, immaginative e loquaci.



 

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I TIPI PITTA

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Un individuo Pitta (acqua-fuoco) tende ad avere caldo, rendendo palese il suo fuoco, e suda facilmente, mettendo in evidenza che anche l'acqua è presente in Pitta.Il fuoco è aggressivo, energico e mobile come lo è questo tipo corporeo.

 

Il tema del tipo pitta è l' "intensità".

  • Dal punto di vista fisico le persone pitta sono di altezza e corporatura mediaben proporzionati, così come lo sono i tratti del volto: occhi di dimensioni medie, spesso con sguardo penetrante, di solito di colore grigio, verde o bruno ramato.La luce troppo forte dà fastidio ai loro occhi. Le mani e i piedi sono anch'essi di proporzioni medie;le unghie tendono a scalfirsi, il naso è appuntito e spesso la punta è arrossata.
Le articolazioni sono normali.I capelli sono diritti e sottili, rossi, biondi o biondo-rossicci con tendenza a prematura perdita e imbiancamento.
La pelle è soffice e oleosa, calda e chiara, ricca di lentiggini, nei ed efelidi; tende ad arrossarsi al sole, non si abbronza facilmente e spesso si ustiona senza prendere colore (questo è uno dei motivi per cui i pitta tendono a tenersi naturalmente lontani dal sole e dal caldo).
Inoltre tende ad irritarsi facilmente provocando eruzioni, infiammazioni e acne.



  • Dal punto di vista fisiologico hanno un metabolismo forte e una buona digestione: in tutti i tipi corporei il dosha Pitta controlla il metabolismo, ma nei tipi Pitta il "fuoco digestivo", come lo chiama l'Ayurveda, è particolarmente forte. 
Ecco perchè essi amano così tanto il cibo, e tra tutti i tipi corporei i pitta sono quelli per i quali saltare un pasto è più problematico, persino mangiare in ritardo li fa sentire tremendamente affamati e/o irritabili. Tuttavia mantengono il loro peso senza eccessive fluttuazioni.
La loro sete è spesso eccessiva e preferiscono le bevande fredde.
Producono molta urina; le feci sono molli ed abbondanti.
Il sonno è di breve durata ma ininterrotto e ristoratore, e spesso succede che si svegliano sentendosi accaldati.Sudano molto e hanno una temperatura corporea elevata.



  • Dal punto di vista psicologico sono dotati di un intelletto vivace, acuto e penetrante e di buoni poteri di concentrazione.
Parlano con precisione e in modo articolato; sono spesso dei buoni oratori.Sostengono con forza le loro opinioni a amano discutere.
Dolci, gioiosi, fiduciosi e coraggiosi, hanno buona capacità di comprensione e discriminazione.
Il loro carattere è intraprendente e ama le sfide; portati naturalmente al comando hanno un forte spirirto competitivo.
Sono ambiziosi, amano la prosperità, gli agi, le cose lussuose per le quali amano spendere e che esibiscono con piacere: il loro rapporto con il mondo è di tipo visivo.
Essendo di natura focosa, quando sono messi sotto pressione tendono ad essere collerici, aggressivi, critici e polemici; a volte anche distruttivi.

 

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I TIPI KAPHA

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L'individuo Kapha (acqua-terra) è tipicamente "piantato per terra" e soggetto a congestioni toraciche, sinusiti e altri problemi delle mucose, direttamente connessi alla presenza di troppa acqua. Acqua e terra insieme sono indolenti, viscose e a metà fra il solido e il liquido, proprio come lo è questo tipo corporeo.


Il tema fondamentale dei tipi kapha è la "rilassatezza, pesantezza".

  • Dal punto di vista fisico, il dosha kapha dà forza e resistenza naturale alla malattia. I tipi kapha sono ben piantati, robusti con una corporatura solida,massiccia, ampio torace, spalle e fianchi larghi. La pelle è liscia, fredda, spessa, pallida e sovente grassa; gli occhi sono grandi, scuri o azzurri e dolci. I capelli fitti, scuri, soffici e ondulati. I denti sono forti, bianchi, il sorriso è luminoso. La voce è dolce e chiara.
 

  • Dal punto di vista fisiologico, i kapha hanno un appetito modesto e regolare, ma mangiano e digeriscono lentamente, così com'è lenta anche l'evacuazione con produzione di feci molli e di colore chiaro.
Ingrassano facilmente: ai kapha basta guardare il cibo per mettere su qualche etto. Per loro non è facile perdere peso perchè amano trarre piacere dal cibo. Hanno un sonno lungo e profondo: spesso dormono più di otto ore per notte. Al mattino hanno bisogno di molto tempo per ritrovare ritmo, ma poi rimangono pieni di energia fino a notte fonda.
La loro è un'energia stabile:sono dotati di un'ottima resistenza allo sforzo, ed essendo predisposti al lavoro fisico, è raro che si sentano affaticati.In genere hanno una buona circolazione e non hanno le mani o i piedi freddi.Sani e in ottima forma, hanno un sistema immunitario forte.
 


  • Dal punto di vista psicologico sono per natura affettuosi, tolleranti, calmi e pronti al perdono essendo generalmente sani, felici e pacifici.Rispettano i sentimenti degli altri, con i quali vivono in genuina empatia. Non sono tipi che vanno in crisi facilmente e diventano spesso punti di riferimento per le persone che stanno loro intorno, fornendo il senso della stabilità e sicurezza interiori.
Si accontentano facilmente della propria condizione e sanno mantenere sempre un atteggiamento conciliante.
Hanno però anche una tendenza all'accumulo e per questo a volte possono esibire caratteristiche di avidità, attaccamento, invidia, ossessività, possessività e sono inclini all'autocompiacimento.Sanno guadagnare il denaro e hanno la capacità di conservarlo.
I tipi kapha sono i più lenti ad apprendere, e metodici nell'avvicinarsi a nuove informazioni, però hanno buona memoria e con il tempo diventano capaci di padroneggiare la loro materia. Tendono alla pigrizia.


 

 

Dinacharya è un termine sanscrito composto da din, che significa giorno eacharya, che esprime l'azione di sentire, di accordarsi con una determinata dimensione. Dinacharya perciò significa accordarsi con l'ordine quotidiano naturale, seguire delle pratiche che, applicate quotidianamente con costanza, portano a uno stato di salute generale e di libertà dalle malattie. Praticare una routine giornaliera significa quindi capire e scegliere ogni giorno ciò che fa bene alla vita ed evitare ciò che le fa male.

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Finora abbiamo sempre parlato dei tre dosha Vata, Pitta e Kapha che influenzano la nostra costituzione, la nostra dieta, ecc..., mentre ora vedremo che influenzeranno anche la nostra giornata.
Come si vede bene da quest'orologio, abbiamo durante il giorno dei momenti Vata, dei momenti Pitta e dei momenti Kapha.

PERIODO VATA:   dalle 2 alle 6, e dalle 14 alle 18
PERIODO PITTA:   dalle 10 alle 14, e dalle 22 alle 2
PERIODO KAPHA:  dalle 6 alle 10, e dalle 18 alle 22


 

IL RISVEGLIO: h. 6-8

E' facile comprendere per quale motivo la prime ore della giornata siano considerate Kapha: al risveglio il corpo è lento, pesante, rilassato e tranquillo, insomma ha le qualità di Kapha.

L'Ayurveda consiglia di tenersi in armonia con il sole e alzarsi tra le 6 e le 8 al massimo (chi si alza prima sarebbe l'ottimale), possibilmente senza far suonare la sveglia: alzandovi durante il periodo più vicino possibile a quello Vata, potrete trarre vantaggio dalle sue qualità (leggerezza, movimento) e sentirvi dunque freschi, leggeri e allegri, condizione che si manterrà per tutto il corso della giornata. 
Restando invece a letto troppo a lungo nel periodo di Kapha, dalle 6 alle 10, vi alzerete condizionati dalle qualità di Kapha e cioè, rigidi, pesanti e cronicamente assonnati. Anche in questo caso la condizione iniziale si manterrà anche durante il giorno.
Secondo l'Ayurveda, il mattino è un momento speciale in cui ci si dovrebbe sentire vigili, lucidi, liberi dalle preoccupazioni del giorno precedente e con il sistema nervoso pronto a rinnovarsi. E' dannoso disturbare o ignorare questa opportunità di naturale ricreazione.

Bevete un bicchiere di acqua tiepida, oppure con limone, zenzero e un pochino di miele, per stimolare l'evacuazione intestinale. Se questa non dovesse verificarsi non preoccupatevi. Con il tempo, continuando con questo piccolo accorgimento, l'evacuazione  mattutina avverrà in maniera del tutto naturale. 
Ovviamente urinate.

Lavatevi i denti. L'Ayurveda, oltre a questa comune e normale pratica, consiglia di grattare via la patina bianca che si può formare sulla lingua durante la notte con un nettalingua che potete acquistare anche in internet.
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Esempio di nettalingua
La patina bianca è un residuo di ama (tossine) che può derivare dal pasto serale precedente oppure da qualche altro squilibrio più profondo. Alcuni non si svegliano con la lingua sporca; in questo caso non è necessario fare questa operazione. In ogni caso, con il miglioramento della dieta e dell'equilibrio la patina tende a scomparire.

Massaggio con olio: un massaggio leggero su tutto il corpo con una sottile pellicola di olio prima del bagno rende la pelle calda e va a bilanciare il Vata del mattino; questo fa benissimo a tutti. 
Nella pelle ci sono migliaia di nervi cutanei, connessi ad ogni parte del corpo; sempre la pelle è inoltre un produttore fondamentale di ormoni endocrini. In pratica il massaggio mattutino addolcisce il sistema nervoso e quello endocrino aiutando ad affrontare la mattinata con maggiore tranquillità.
Praticare il massaggio su tutto il corpo può richiedere molto tempo. Esso ha però effetti così benefici che, piuttosto che nulla, andrebbe bene anche un mini-massaggio che dura da 1 a 2 minuti.
Le parti del corpo su cui è importante lavorare sono la testa e i piedi. 

Con un cucchiaio grande di olio tiepido frizionate la testa come se vi faceste uno shampoo; massaggiate la fronte, le tempie con movimenti circolari; la parte esterna delle orecchie; il collo davanti e dietro.
Con un altro cucchiaio di olio, massaggiate entrambi i piedi: un pò gli alluci, massaggiate poi rigorosamente le piante dei piedi avanti e indietro con il palmo della mano.
Restate seduti qualche secondo in modo da far assorbire l'olio, quindi fate il bagno o la doccia. Se proprio non ce la fate a lavarvi i capelli e farvi la doccia al mattino, fatelo la sera; sempre meglio che non farlo.


NB: gli oli vanno scelti in base al tipo corporeo: 
Vata: olio di sesamo o mandorla
Pitta: olio di oliva o cocco
Kapha: olio di girasole o sesamo

Fate colazione: attenzione per i Kapha a non mangiare briosches, burri, torte, ecc...perchè , soprattutto tra le 6 e le 10, come abbiamo detto, siamo nel periodo Kapha che vi condizionerà con le sue caratteristiche: oltre magari a sentirvi pesanti, mangiando dolci potreste contribuire a creare maggiore adipe nel corpo e quindi ingrassare più facilmente. Meglio stare sul secco (fette biscottate, biscotti secchi e leggeri, ecc..)
 


PRANZO: h. 12-13

L'ora del mezzogiorno è il momento fisicamente più attivo, a metà del primo periodo Pitta (h.10-14). Pitta è responsabile del metabolismo del cibo, della distribuzione dell'energia e, in generale, della massima efficienza fisica. Questo primo ciclo termina con un altro periodo Vata che ha inizio alle 14 e termina alle 18.


Pranzare presto: a mezzogiorno o anche un pò prima; questo permette di usufruire pienamente della parte Pitta della giornata. Pitta alimenta agni, il fuoco digestivo, che a quell'ora raggiunge la massima efficacia. Perciò l'Ayurveda raccomanda di fare del pranzo il pasto più ricco della giornata. Durante il pranzo sarebbe meglio evitare di bere alcolici che favoriscono la sonnolenza e non aiutano a mantenere attivo il fuoco per digerire bene. 
La migliore digestione avviene grazie all'acqua calda; evitare anche bibite, acqua o tè molto freddi.

Dopo pranzo: restate seduti 5 minuti in silenzio a tavola.

Ancora successivamente: fate una breve passeggiata (da 5 a 15 min) o un riposino di 5 min per aiutare il processo digestivo e dare stabiltà a tutto l'organismo.


CENA: h. 18-19

Con la sera inizia il secondo ciclo che ripete la stessa sequenza del precedente ma con una sfumatura diversa. La sera è rilassata e tranquilla come il primo mattino, ma il tramonto riconduce il corpo  a una stabile condizione di riposo. Kapha è dunque incline all'inerzia.

Cena: come per il pranzo, anche la cena deve essere consumata per tempo intorno alle 18/19. E dato che Pitta non si farà vivo per digerire la cena fino alle 22, non conviene mettere troppo carburante nell'organismo. 
E' soltanto nel pomeriggio che si ha il maggior potere digestivo, il che dà modo di avere una digestione completa, cosa per l'Ayurveda molto importante al fine di non produrre tossine. Ricordatevi di osservare questa regola del non mangiare troppo soprattutto se siete un tipo Kapha e avete più difficoltà a smaltire rispetto agli altri dosha. Potreste tentare con dei cereali caldi, pane tostato, tè alle erbe e frutta fresca.
In ogni caso è consigliabile un pò per tutti cercare di fare una cena meno abbondante rispetto al pranzo. 
L'Ayurveda sconsiglia decisamente di consumare cibi fermentati alla sera: formaggi, yogurt, panna acida perchè aumentano Kapha nel corpo appesantendolo, e la carne rossa perchè difficile da digerire. 
Come per il pranzo l'alcol è sconsigliato, ma al limite la regola fondamentale è di non berlo mai da solo e/o ghiacciato.

Dopo cena: breve passeggiata per stimolare la digestione e preparare il corpo alla tranquillità. Proseguite leggendo, ascoltando musica o chiaccherando.
Evitate di guardare film d'azione o cruenti a tarda notte perchè prima di andare a letto non va bene avere troppi stimoli.


ORA DI CORICARSI: h. 21.30-22.30

In sintonia con il ciclo Kapha che conclude la serata, i tipi Kapha preferiscono andare a dormire verso le 22: questo è l'ideale ayurvedico per tutti. I ritmi del corpo si placano naturalmente, il sonno è più profondo e rilassato e il corpo ha tempo di generare nuovi tessuti, cosa che accade fondamentalmente di notte. Dormire bene tutta la notte è un fattore di longevità. 


Se aspettate troppo tempo, dopo le 22, subentra nuovamente il periodo Pitta che entra in moto per digerire la cena e per produrre calore al fine di non farvi sentire freddo mentre dormite. 
Questo passaggio da Kapha a Pitta vi farà sentire la voglia di essere di nuovo attivi; questo è il motivo per cui in prima serata ci si sente assonnati, mentre intorno alla mezzanotte, con l'apice del periodo Pitta, si riprende energia. Andare a letto presto è di fondamentale importanza per godere del benessere durante il giorno successivo.

La conclusione di questo secondo ciclo è rappresentata nuovamente dal periodo Vata che precede il mattino e si esprime attraverso il sistema nervoso ma, invece di pensare velocemente come nel pomeriggio, si passa alla fase del sonno come attività onirica (sonno REM), in cui gli impulsi cerebrali raggiungono il massimo dell'attività notturna. 
Così il ciclo della giornata è completo.


 

LE STAGIONI VATTA, PITTA E KAPHA

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L'individuo non si ferma ai confini della sua pelle: la sua esistenza prosegue fuori, nella totalità della natura. Dovunque intorno a noi Vata, Pitta e Kapha sono in azione, collegando la nostra fisiologia con il mondo circostante.
Ecco perchè il nostro corpo cambia insieme con il tempo, percepisce la pioggia nelle ossa o si impigrisce all'inizio della primavera. I dosha non perdono mai d'occhio il clima, che faccia caldo o freddo, che ci sia vento o umidità.

Il tempo freddo e secco, insieme col vento, provoca l'aumento di Vata.
Il caldo provoca l'aumento di Pitta, specialmente se c'è anche umidità.
Il freddo umido o la neve provocano un aumento di Kapha. 

Se l'aumento è eccessivo si verifica nel corpo una condizione di squilibrio. In ogni caso, ci vuole un pò di tempo prima che il corpo possa rielaborare uno sbaglio e manifestarlo all'esterno sotto forma di sintomi.
Vata, ad esempio, è il dosha più rapido quindi i suoi squilibri si manifestano velocemente; Pitta può aver bisogno di un tempo medio, un mesetto, prima di provocare disturbi percettibili mentre Kapha, per la sua lentezza, rimane appiccicato come melassa fredda durante tutto l'inverno, per poi sciogliersi e fluire a primavera: avere il naso gocciolante, problemi ai seni frontali o catarri in aprile o maggio, indica che avremmo dovuto prenderci più cura di Kapha già nella seconda parte dell' inverno (febbraio), mangiando alimenti che non producano troppo Kapha (cliccate sulla frase in rosso per capire cosa ridurre).


L'Ayurveda divide l'anno in tre stagioni invece di quattro:

  • KAPHA ha la sua stagione in PRIMAVERA e nella PRIMA PARTE dell'ESTATE: 
da metà marzo a metà giugno;

  • PITTA ha la sua stagione in ESTATE e nella PRIMA PARTE dell'AUTUNNO: 
da metà giugno a metà ottobre;

  • VATA ha la sua stagione nell' ULTIMA PARTE dell'AUTUNNO e in INVERNO: 
da metà ottobre a metà marzo;


L'autunno dunque si divide fra due dosha: è considerato Pitta finchè prevale il clima caldo e diventa Vata appena il clima diventa freddo, secco e ventoso.
In realtà, non è solo il calendario, ma anche la natura stessa a dirci quando i dosha vengono influenzati: una giornata umida, fredda e nuvolosa provoca un aumento di Kapha sia che capiti in autunno, sia che capiti in inverno o in primavera, essendo i dosha molto sensibili al clima.


STAGIONE KAPHA

Le sostanze di rifiuto che si sono accumulate nel lungo periodo di freddo, iniziano a sciogliersi all'interno del corpo indebolendo sia il fuoco gastrico (agni) che il metabolismo manifestando così gli squilibri di Kapha: raffreddori, mal di gola, congestione dei polmoni, indolenza e letargia. Il periodo di fine inverno e inizio primavera è il momento migliore per eliminare l'eccesso di Kapha: questo dosha si fluidifica e può così essere eliminato dal corpo in ogni momento durante questo periodo. Una delle terapie efficaci per eliminare l'eccesso di Kapha è il VOMITO TERAPEUTICO.


  • In questo periodo scegliamo una dieta più leggera, più asciutta e con meno olio che durante le altre stagioni. 
  • Riduciamo il consumo di prodotti caseari pesanti come il formaggio, lo yogurt e il gelato. Preferiamo alimenti caldi e liquidi (bere un thermos di acqua calda, lasciata bollire preventivamente per 10/15 minuti, durante tutta la giornata può essere utile per lo scioglimento delle tossine).
  • Scegliamo più cibo di gusto piccante, amaro e astringente e meno cibo di gusto dolce, acido e salato.


Vorrei far notare che, se in questa stagione si è raggiunto un elevato livello di accumulo di Kapha, è perchè in inverno abbiamo mangiato troppi cibi contenenti questo dosha. Il che è giusto essendo la stagione invernale fredda, ma attenzione a non esagerare e, soprattutto, verso il mese di febbraio sarebbe bene iniziare ad attenuare un pò il consumo di certi tipi di cibo untuoso e pesante prettamente Kapha, se non vogliamo che si verifichi in primavera l'aggravamento e il traboccare dei sintomi. In sostanza, per stare bene in primavera dobbiamo stare attenti anche a cosa mangiamo durante l'inverno.



STAGIONE PITTA

Durante tutto questo periodo il dosha Pitta tende progressivamente ad accumularsi nella fisiologia e a causare difficoltà digestive, gastriti e gastroenteriti, problemi cutanei, bruciore urinario, vertigini e debolezza generale.
Durante la stagione estiva, inoltre a causa del clima caldo, il calore interno si disperde ed il potere digestivo (Agni) ne risulta indebolito. Dalla forza della digestione dipende la forza dell'individuo, ragion per cui in generale d'estate, l'energia e la resistenza fisica sono minori rispetto all'inverno e una più oculata gestione delle proprie risorse diviene necessaria. Essendo agni in questo periodo naturalmente basso, può capitare di avere meno appetito.


  •  Rispettiamo questo cambiamento evitando di mangiare troppo e preferendo alimenti e bevande fredde ma non ghiacciate. Con il caldo il corpo ha bisogno di una maggiore quantità di liquidi, ma è importante non spegnere il fuoco digestivo con bevande fredde dopo i pasti. Meglio evitare anche bevande stimolanti ricche di caffeina e gli alcolici che tendono ad aumentare Pitta.
  • Asteniamoci dall'esercizio fisico pesante, specialmente durante le ore calde della giornata. 
  • Evitiamo di esporci molto al sole nelle ore calde della giornata: un' esposizione moderata è accettabile nelle prime ore del mattino e verso il tramonto. 
  • Preferiamo attività leggere, come passeggiate a piedi o in bicicletta nelle ore fresche, e sport rinfrescanti come il nuoto.
  • Molto indicati sono i cosiddetti "bagni di luna": passeggiare all'aperto sotto i raggi rinfrescanti della luna addolcisce e rilassa mente e corpo.
  • Favoriamo tutto ciò che è rinfrescante, come il soggiornare presso giardini, boschi, laghi, il vestire abiti chiari leggeri e freschi, l'uso di aromi rinfrescanti come gelsomino, rosa e sandalo.
  • Preferiamo i gusti amari, dolci e astringenti e riduciamo l'acido, il salato e il piccante.



STAGIONE VATA

  • Per prevenire lo squilibrio di Vata è indispensabile proteggersi dal freddo e dall’umidità, indossando abiti caldi e proteggendo adeguatamente il capo.
  • L’abitazione dovrebbe essere sufficientemente calda; se l’ambiente è eccessivamente secco a causa del riscaldamento, un umidificatore può risultare utile. 
  • Il massaggio quotidiano con olio di sesamo (abhyanga) è altamente indicato in quanto riduce l’influenza di Vata sulla fisiologia e protegge il corpo dal clima freddo. 
  • La stagione invernale è il miglior periodo dell’anno per svolgere dell’attività fisica. L'esercizio fisico rinforzerà la fisiologia ed annullerà gli eventuali effetti negativi come l’aumento di peso e l’accumulo di impurità, che possono venire prodotti dalla maggiore assunzione di cibo, tipica dell’inverno. Non preoccupiamoci se ci aumenta l'appetito, è una tendenza naturale d'inverno e aiuta a calmare Vata; tuttavia non mangiamo più di quanto non siamo in grado di digerire senza sforzo.
  • Preferiamo alimenti e bevande calde, cibi più pesanti e consumiamo più olio che nel resto dell'anno. Cuociamo bene i cibi rendendoli così più facili da digerire e accompagnamoli con grandi quantità di liquidi caldi (acqua calda e  il tè Vata sono i migliori).
  • Aumentiamo il consumo di alimenti dal gusto dolce, salato e acido; riduciamo invece l'amaro, l'astringente e il piccante.
  • Evitiamo i cibi secchi e non cucinati (insalate, frutta e verdure crude). 

In generale la stagione in cui è necessario stare più attenti è quella del vostro tipo corporeo: l'estate per i Pitta, l'inverno per i Vata e la primavera per i Kapha. Queste sono le epoche in cui è necessario seguire più scrupolosamente il regime del proprio tipo corporeo. 
Inoltre a ogni cambio di stagione il dosha Vata tende a diventare più vulnerabile, quindi è bene fare attenzione a Vata quando si passa dall'inverno alla primavera, dalla primavera all'estate e così via, perchè questi sono i tipici periodi in cui si diffondono l'influenza e i raffreddori stagionali.