Il culto degli astri tra gli Aztechi

Il culto degli astri tra gli Aztechi

Autore: Yólotl González Tórres

Dati: 2004, pp. 149, illustrato con numerose tavole in b/n

Formato: 14,5 x 21,5 cm

Traduzione di A. Addolorato

Casa Editrice: Mimesis Edizioni

9788884830371

 

Trattazione: Religione e cosmologia azteca

 

RECENSIONE:

Questo libro, per quanto sia di mia conoscenza, è uno dei testi più esaustivi che si possano trovare in italiano sull’argomento delle conoscenze astronomiche degli Aztechi. Eppure, resterà forse un po’ a bocca asciutta chi si aspettasse strabilianti e particolareggiati dati matematici di movimenti di pianeti e corrispondenze tra cicli cosmici, calcoli di configurazioni precessionali e mutamenti delle costellazioni dei cieli. Diciamo subito che il libro è effettivamente fedele al titolo del saggio, il che è indebitamente il suo grande pregio, ma che a questo corrisponde anche, forse, un suo limite: quello, cioè, di non esplorare l’effettiva conoscenza astronomica azteca in termini, come potremmo dire noi, scientifici–matematici; d’altronde, è anche doveroso sottolineare come questo limite sia in gran parte, purtroppo, imposto dalla storia: poco il materiale scritto e documentale sopravvissuto alla imbecillità ed ignoranza degli Spagnoli Conquistadores.

Dunque, l’oggetto del libro è mettere in evidenza ed indagare la centralità dei corpi celesti ed il cielo in generale all’interno della religione e della vita quotidiana azteca. Che questo ci venga proposto con la sensibilità di uno studioso messicano impreziosisce a mio parere il saggio, come ad esempio il trovarsi di fronte costantemente al riferimento ai Mexica (nome che davano a sé stessi i cosiddetti Aztechi) e non agli Aztechi (nome dato ai Mexicas dagli Spagnoli).

 

Il libro si sviluppa attraverso i seguenti capitoli/tematiche:

  1. Il Cielo

  2. La Notte

  3. Il Sole

  4. La luna

  5. Venere

  6. Stelle e Pianeti

  7. Le Direzioni dell’Universo

 

Come ben si può cogliere da questa suddivisione delle tematiche, la visione mexica del cosmo non era rivolta solamente ai corpi luminosi del cielo ma ad ogni suo aspetto (la Notte, il Cielo, etc.); di conseguenza nel testo viene affrontata innanzitutto la concezione cosmologica del popolo di Tenochtitlan, avvalendosi del materiale a nostra disposizione che, essendo in taluni casi di seconda mano nel senso di essere costituito da resoconti europei, non sempre trova facile concordanza; ed anche in quei casi che ci si può affidare ai Codici pittografici, non sempre le interpretazioni dei vari simboli risultano concordi da parte degli studiosi. In ogni caso, un sicuro pregio del libro è proprio quello di far continuo riferimento alla mole di testi che fa da base alla nostra conoscenza storico-letteraria dei Mexica, dando così forza alle tesi sostenute e potendo fornire un solido ed interessante riferimento generale a chi volesse approfondire la materia.

Nell'approfondimento della cosmologia mexica ci troviamo così a prendere conoscenza di come, in ultima analisi, si concepisse un Principio unico all'apice della moltitudine di dei, e da questo venisse sviluppata una visione duale della realtà in ogni sua manifestazione (a partire dalla coppia celeste Ometecuhtli/Omeciihuatl – Signore Due/Signora Due – o dalla coppia di opposti Quetzalcoatl/Tezcatlipoca, etc.), e di come ogni divinità esprimesse numerosi e differenti aspetti o sfumature di una forza della natura, finendo per costituire un'entità complessa e difficilmente comprensibile in toto per noi. Ad esempio, Tlaloc è dio della pioggia, ma è anche dio del Fuoco celeste; Quetzalcoatl è ora associato alla Stella del mattino, cioè Venere, ma è anche identificato col Serpente di Fuoco che rappresenta il Sole/Tonatiuh durante la fase diurna, è uno dei 4 reggitori del mondo, è colui che ha donato la conoscenza ed insegnato l'agricoltura; la Luna è rappresentata generalmente da un dio maschile – Teccistecatl – ma sono dee lunari anche Mayauel, Teteo Innan, Xochiquetzal, ed anche lo stesso Tezcatlipoca, dio della magia e degli esorcismi, viene associato alla Luna crescente, nonché lo stesso Quetzalcoatl si trova associato spesso al simbolo lunare della conchiglia (forse come Luna vecchia).

Anche per questo ci troviamo a prendere atto di una fiorente attività celebrativa di date e festività in occasione di eventi astronomici o momenti ricorrenti dell'anno (equinozi, solstizi, scadenze calendariali, etc.) rivolta praticamente ad ogni divinità connessa con qualche aspetto del Cosmo; ed è forse questo il dato che più emerge nel corso di tutti i capitoli del libro, che ci permette di intravedere come la visione religiosa mexica fosse tutt'uno con quella cosmologica, di come questa fosse ben strutturata su quella astronomica in senso stretto (anche se poco riusciamo a cogliere delle effettive conoscenze dei cicli dei pianeti, della Luna, del Sole e delle stelle), e di come tutto ciò pervadesse la vita quotidiana individuale e collettiva. In tal ambito, non si può non sottolineare l'aspetto dei sacrifici umani che risulta, nelle sue varie declinazioni (scontro gladiatorio, Citlaltlachtli/gioco della palla, estrazione del cuore sull'altare sacrificale, sacrificio di bambini, etc.), elemento portante dell'attività cultuale in quanto elemento fondante della visione cosmologica mexica. Infatti, è col sacrificio di un dio che nasce il Sole (quella dei Mexica era l'era del Quinto Sole), ed è col sangue e solo col sangue che si continua ad alimentare l'esistenza del Sole e dunque dell'Universo tutto.

In ultima analisi, possiamo così cogliere come la società mexica, di stampo militarista, fosse completamente centrata sul culto al Sole, e l'arte della guerra fosse base della sua sopravvivenza e traesse motivo d'essere proprio in ragione della concezione solare e del sangue come alimento indispensabile del dio Sole in quanto vera e propria fonte di vita (da qui è spiegata anche l'auto mutilazione di orecchie, naso, genitali, etc. per donare il sangue alle divinità). In effetti, i guerrieri morti in battaglia (teoyaomiqui) avrebbero avuto un posto assicurato nel Paradiso solare, il livello più alto di vita dopo la morte (insieme ai guerrieri sacrificati, ai bambini morti in guerra e alle donne morte di parto).

Infine, vengono ovviamente affrontati e spiegati gli aspetti dei due calendari sacro e profano: le loro intersezioni cicliche, la spiegazione degli dei reggitori dei vari giorni, i reggitori dell'anno, il ciclo di 52 anni che rappresentava una fase compiuta della combinazione dei due computati insieme. A completamento del libro, si trova una mappa a colori della famosa Pietra del Sole con la spiegazione di tutti i simboli in essa presenti.